Una presentazione che sembra un'assemblea popolare e infatti...
Marco Lodoli. Che dire? E' simpatico, arguto, comunicativo. Questo chi lo conosce lo sa, così non c'è da preoccuparsi a pensare ad un pubblico da intrattenere. E infatti ieri parecchie persone e il suddetto in formissima. Tonico, come diresti di un calciatore e lui è un ex-calciatore. La prima delle interviste pubbliche nei quartieri è stata esplosiva. Primo perché abbiamo parlato dell'idea veltroniana di intitolare la stazione Termini al Padre Santo (i manifesti come mi faceva notare una mia amica, postmortem, hanno invertito le parole) con una imbarazzante maggioranza di contrari e nessun astenuto. Pubblico curioso, domande. Un'assemblea popolare pare. Anche alla polizia che, infatti, la interrompe. "Una vespa...artificieri...una bomba". Tre parole e il povero Marco Lodoli è costretto ad abbandonare di scatto il tavolo (con ottima scelta di tempo e senso tattico) e a proiettarsi in giustificazioni da commissariato. Io mando la pubblicità, leggo, intrattengo. Poi torna Marco in libertà vigilata e si continua. Presentazioni ne avevo viste ma lunghe (ed esplosive...) così mai. Poi ieri la Nothomb (sublime lettura della Elisabetta Pozzi e della Iaia Forte che hanno reso la cattiveria efebica e adolescenziale della scrittrice belga - ma è belga o non piuttosto marziana come recitava al sua cioccolata?). La Voland che è la mia casa editrice di LETTI compie 10 anni. Che dico: tanti auguri.
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