La casa de matti/Segreti e bugie
Stanno bene due recensioni così, insieme. Stanno ad indicare come la strada della maniera (del manierismo) possa essere un dirupo di rischiosa valicabilità. Se “Segreti e bugie” mantiene le aspettative teatrali che lo muovono alla messa in scena di un conflitto grazie ad una ottima direzione degli attori e recitazione degli stessi. E lo fa rischiando la banalità della rappresentazione di un reale così tale da apparire banale. “La casa dei matti” (salutato come capolavoro e rimproveratomi diverse volte!!!) non esce dalla maniera, ci rimane invischiato e questo avviene secondo me per una sbagliata direzione di regia (non certo per lacune degli attori). Alla fine è un film banale sulla normalità della pazzia e sull’anormalità della guerra. Meglio “No man’s land” allora. Per dire. Ma non è il caso di fare confronti quanto di interrogarsi su quel confine che fa del primo film un tributo felliniano furbastro (meglio allora quello post-moderno) di W.Allen) e del secondo la coraggiosa rappresentazione di una sfumatura anche ambiziosa (l’adozione, bianco vs. nero, il rapporto coniugale, la società inglese ecc.) nelle premesse e nell’esecuzione.
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