I quaderni di Malte Laurids Brigge (solo ora)
Il libro stava lì. In biblioteca. Scampato alla lettura. Riservato ad un altro tempo. Nel frontespizio "x.... da..." X sono io. Da... è una collega universitaria di cui ebbi più che stima. Il libro: I quaderni di Malte Laurids Brigge. L'autore Rilke. L'edizione "i grandi libri Garzanti". Lo leggo ora. Così. Come ovvio, se il libro aveva dei significati, dei messaggi, un fra le righe, ora non posso leggerli. Lo leggo così. Poche pagine ed è già meraviglia. Della scrittura e dei temi. Mi fermo in particolare su una pagina in cui il grande poeta "...con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto" ...riflette. Il seguito bellissimo riflette l'importanza che ha la vita sulla scrittura e di quanto di essa entri nella seconda. "Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone." I versi non sono sentimenti come pensa la gente (dice Rilke) ma esperienze. Ecco. L'esperienza di questa lettura rimandata contiene esperienze più che sentimenti. Forse è per questo che la lettura ne è oggi benedetta. Lei diceva che l'amore è un sentimento minore, che l'amicizia ne è di gran lunga il passaggio precedente e felice. Ora so, con l'esperienza, che è così e che l'amore deve avere le sue valide premesse nell'amicizia per essere quello che è al meglio di quel che presuppone. Il tempo: che metafora diversiva dell'esperienza. Battito vuoto e storia.
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