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Una poesia di Umberto Fiori da "Tutti"
Di Carvelli (del 30/06/2005 @ 13:26:02, in diario, linkato 1208 volte)

VOLO

 

Certe sere d’estate, quando la tavola

è apparecchiata di fuori

e appena buio l’aria diventa elettrica,

sa di terra e di temporale,

capita di sentire sui capelli

e sulle orecchie

due, tre carezze leggere.

La tovaglia è già nera

di formicoli con le ali.

 

Stringe lo stomaco vederli

- ancora presi dalla smania

del loro volo - nuotare  in un bicchiere,

spasimare sull’uva.

 

Così cadevo io

verso i trent’anni

dalle nuvole

in mezzo alla gente vera.

 

Umberto Fiori "Tutti" Marcos y Marcos