\\ Home Page : Articolo : Stampa
L'ottimismo della volontà
Di Carvelli (del 05/07/2005 @ 08:51:29, in diario, linkato 931 volte)

Scrivevo una mail e dicevo

Cara** sono contento del tuo orgoglio meno di questa precarietà e difficoltà che mi racconti. Come sai io sono un inguaribile ottimista ma della volontà non della realtà...anche se uno sforzo di vederla più bella la realtà non fa male. In tutti i casi vedere bello (migliore di come appare così da lontano) quello che vogliamo è imprescindibile per una sua (felice) realizzazione.

E altre cose. Insomma: ottimismo. Non è una parola di moda e non a torto. Suona male l'ottimismo. Forse perché è (o viene assunto come) indicibile. Dirlo è venir meno a questo principio sotteso. Ottimismo non è parola da dire, da suscitare. Nominarlo è una specie di harakiri. Più o meno deve suonare come un augurio fatto ad un teatrante prima della scena. Non è questione di scaramanzia ma di definizione. Ottimismo non si dice, si pratica. Come una religione. Si deve vedere non si deve dire.