In piedi, alla Stazione, ho meditato silenziosamente
In piedi, alla Stazione, ho meditato silenziosamente, fumando il sigaro. Mi rendo conto di fare cose senza senso. Non questa ma quelle successive. Fissare senza timidezza persone troppo magre o troppo grasse. Squadrarle, pesarle. Ma senza giudizio. Osservare rapito un uomo che chiede l'elemosina. Sul cartone a pennarello c'è scritto AIUTATEMI SONO L'UOMO SENZA BRACCIO. Rimanere ad ascoltare la musica che esce fuori dalle vetrine (sembra che esca proprio da lì come una specie di irretimento all'acquisto...credo fossero i COLDPLAY). Chiedere a due signorette sui cinquanta passati che si stanno infilando a fatica e in carne in un ape (vi consiglio il bel librino dedicato da Franco La Cecla alla LAPA... nome palermitano per le tre ruote più famose al mondo...editore Eleuthera) se mi danno un passaggio. Camminare senza sapere dove andare mentre lo so benissimo. Sono giorni in cui scopro di non riuscire a comunicare. Non a parole almeno. Per presunzione mi stupisco. Poi rimango sfiancato dai processi linguistici come se fossero inventati lì apposta per prendermi in castagna e per confermarmi che non è come pensavo io. E' come se la testa non mi servisse più. Almeno per pensare. Magari è solo che non so cosa altro farci e quindi rimango lì come (economicisticamente) spaurito di un ingombro inutile. Forse bisogna solo andare più piano, come un ape o uno che gli manca un pezzo.
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