Essere per perdersi o perdersi per essere (Pierluigi Cappello)
Dall’alto come lucore/ o quanto un fiume in piena/ la notte, la nera, consuma/ quel poco di cielo che trema./ E piega per piega dal cielo/ davanti, dietro il giorno/ nelle foglie di questo acero/ posa la sua mano felpata./ Dire sì, tu sei l’acquaio, la roggia che sgocciola nel nulla/ quel che abbiamo detto o fatto/ da soli, senza sapere/ se dire di essere per perdersi o perdersi per essere.
Da Amôrs (I) di Pierluigi Cappello
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