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Il texas di Paravidino e quello di via del Corso
Di Carvelli (del 14/11/2005 @ 10:20:03, in diario, linkato 905 volte)
Avete presente quei posti un po’ così? Ti siedi e ordini qualcosa da mangiare. “No, mi dispiace, la cucina è chiusa” ma è un pub e cucina dovrebbe voler dire taglio un panino di plastica e ti ci metto dentro una fetta di plastica ulteriore a forma di prosciutto, pomodoro e sottilette. E invece è chiusa la cucina e questa bambola non può essere completata. Allora la butti sul bere e chiedi un OBAN (anche se magari preferivi un LAGAVULIN ma il menù quello dice). E dopo un po’ quello torna e ti dice che non c’è. E allora ti arrampichi di nuovo sull’unto della plastica del menù e scegli una PERONI GRAN RISERVA. E quello torna con un consueto peroncino. E ti dice – alla tua perplessità – che è l’unica peroni esistente. E allora “vabbè lascia va!” e te la bevi. Ma poi a pagare 5 euro ti sorprendi e glielo dici e allora ecco che invece il peroncino veniva 3€ che a pensarci è più che onorevole per lui (il peroncino) per te e per loro (che lo avranno pagato 0,50). Insomma una serata così. Dopo aver visto il bel film di Fausto Paravidino (finalmente un film italiano bello!) TEXAS e il ricordo sorpreso del suo volto, di uno scambio di battute in un bar con la assistente montatrice del film. Incredibile, ricordo involontario. Del film poco da dire: equilibrato, intenso, di una profonda facilità che solo un drammaturgo fresco e intenso poteva scrivere e rappresentare. I messicani del film bevono e brigano magari in pub simili al mio o in questo tex-mex di provincia. Feste in casa, intrighi nello scarto ridotto di una vita asfittica. C’è un texas di casa nostra? Un confine tra opulenza e selvaggio? Ce n’è uno dell’anima fatto di gestori improvvisati e relazioni stanche trascinate negli anni, mobili, scartate da bar mocambo di fallimenti e tradimenti, disperazioni da bancone? Č incredibile come possa colorarsi di grigio la vita di chi è all’ombra di un locale, anche se le luci sono messe bene e hai fatto le provviste “di cose giuste” alla metro o hai chiesto al fornitore quale birra “va adesso”. Fa freddo. Via del Corso è deserta da notte di gennaio. I gestori ricombattano le fila delle loro unioni coniugate (più che coniugali). Chi dorme con chi? Chi va a casa di chi e per quanto? Come ti sei vestita? Si vede la pancia? Quanto è lontana la periferia?