Camminavo con la spazzatura in mano
Camminavo con la spazzatura in mano. Camminavo senza riuscire a trovare un cassonetto. Mi sono chiesto se visto da fuori potessi sembrare un barbone. E intanto proseguivo. Senza trovare un posto in cui gettarla. Ho pure pensato di appoggiarla in un angolo. Ma no, poi non ce l'ho fatta e sono andato avanti. Alla fine il cassonetto c'era. Dopo parecchio ma c’era. Non come in quel quartiere che siamo andati a vedere giorni fa. Nuovo, senza cassonetti e il nome della strada in fotocopia bianca invece che di marmo scolpito. La gente aveva buttato i sacchetti sul marciapiede. Soprattutto scatole di cartone vuote con elettrodomestici da cucina e televisioni ultrapiatte. Gettata la spazzatura ho continuato sul marciapiede verso la metro incontrando: due fidanzatini undicenni, una signora con il carrello con le ruote, un signore anziano lentissimo, un barbone chinato a riparare un sacco della spazzatura a valigia, due vigili all’incrocio, un ragazzo che usciva dall’edicola leggendo il quotidiano. Poi sono sceso negl’inferi della metro.
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