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Ogni tanto andare al cinema mi sembra uno slalom tra cose vuote
Di Carvelli (del 15/10/2013 @ 09:38:42, in diario, linkato 830 volte)
Ogni tanto andare al cinema mi sembra uno slalom tra cose vuote. Prive di peso. Che non si ancorano a nulla pur pretendendo di aderire a qualcosa. “Bling ring” a un reportage sui nuovi adolescenti americani a caccia di lusso e soldi. Un altro film a biografie sottolineate, rimarcate. Ma mi succede anche con storie di fantasia, film meno realistici. Andare al cinema diventa un percorso a ostacoli tra l’inessenziale. Una gincana tra cose che non ti interessano, cose di cui faresti o vorresti fare a meno. Pur non volendo risultare retorico mi domando a quale ostacolo andrei incontro se decidessi di non evitare gli ostacoli. Se, vinto dalla pigrizia, andassi a impattare su tutto quello che mi trovo davanti allo schermo. Gli ostacoli più evidenti e visibili. E, pur essendo io non dotato di tv, quali rischi ulteriori affronterei se questa passività mi venisse replicata in casa. Delle volte penso a me come a un esperimento di biologia. Mi chiedo cosa ha prodotto e produrrà negli anni questa selettività. Questo schivare ostacoli molto ingombranti e difficili da girarci intorno. Anche l’idea che in fondo tutto questo tempo e spazio è sostituito da altro. Leggere. Studiare. Scegliere film. Dedicare del tempo alla spiritualità. Vedere amici o amiche e in che modo. Mi chiedo ovvero se questa infinitesima deformazione rispetto ad un’altra forma di realtà che non pratico mi porterà a occupare un posto diverso in questo spettro di vita. Emarginato? Problematico? Insulare? E cosa comporterà rispetto agli altri, se avrà ricadute minime su qualcosa o qualcuno.