Dove sono arrivato
Di Carvelli (del 03/08/2006 @ 11:50:42, in diario, linkato 1405 volte)
Sto leggendo Pynchon, L'incanto del lotto 49, edizione Einaudi, traduzione di Massimo Bocchiola. Perché non l'ho letto prima? Già, perché? Recupero e leggo ora. Prima pagina e già applausi a scena aperta e la scena è questa: io seduto su un lettino per la donazione di rossi (globuli) plasma. Donazione n.27 (qui almeno, in questo ospedale). Quindi l'applauso è impedito dalle cannule e gli aghi e gli infermieri e le macchine separatrici e... ecc. Applaudo lo stesso e continuo la lettura anche se - esangue - sono un po' incerto sul come e sul dove e sul quando. Poi riprendo e d'un fiato avanzo nella bellezza di questa prosa perfetta nell'equilibrio di dialogo e situazioni stranianti. Ora, per esempio, sono (letteralmente, anche se il me che legge si rifrange in un vagone-serpentone di metro) in una stanza d'albergo che sto per essere spogliato da un avvocato o sto poer spogliare una nominata esecutrice testamentaria ma, che io sia l'uno o l'altra, mi sto rivoltando in un bagno di schiuma per capelli mentre un'orchestrina improvvisata intona una serenata cupida. Ma ecco che chiudo il libro e scendo (dalla reverie, dalla metro, dal libro).
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