Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 31/05/2010 @ 10:03:55, in diario, linkato 1132 volte)
Parlando con un'amica mi sono ricordato di come per anni (17 anni? 18?) ho portato avanti un'amicizia nella quale l'elemento essenziale, direi zenitale della mia esperienza veniva regolarmente messo in discussione, criticato, irriso. Io non ho mai messo in discussione quella cosa per me così centrale né l'amicizia con quell'amica. E anche oggi che quell'amicizia così storica è finita o è in pausa, posso dire che è arrivata a questa chiusa non per quell'attacco sistematico (che d'altro canto non ha mai comportato una messa in discussione dei miei convincimenti ma al limite dei modi in cui li esponevo). Questo (per quanto e quando mi riesce) è per me il rispetto delle posizioni e la tolleranza. Per quel che mi riesce.
Di Carvelli (del 26/05/2010 @ 09:22:02, in diario, linkato 1032 volte)
Di Carvelli (del 25/05/2010 @ 14:51:12, in diario, linkato 1194 volte)
Mentre l'Argentina festeggia il suo Bicentenario (auguri!) trovo nella buca delle lettere una missiva scritta a penna. Una testimone di geova che abita nella mia via mi lascia il suo indirizzo. Mi vuole parlare. L'ha scritta a stampatello con una grafia regolare ma piena di fughe. La scrive alla presunta famiglia che vivrebbe sotto questo tetto. Io. Io che non dormo più di 4 ore per notte (e non per mia scelta). Io mi dovrei preoccupare con lei (la fedele) del perché esiste nel mondo la sofferenza. Una sofferenza, dice, che finirà. da quanto capisco dopo che avrò parlato con lei.
">.
Di Carvelli (del 24/05/2010 @ 12:47:52, in diario, linkato 1007 volte)
Visto mostra di Hopper. Spiccano due frasi che mi appunto.
Sono sempre stato molto attratto dall'architettura, ma i direttori dei giornali vogliono gente che muove le braccia.
Se potessi esprimerlo con le parole non ci sarebbe nessuna ragione per dipingerlo.
Forse non consapevoli di essere ascoltate due ragazze - in ufficio, per le scale esterne, un piano sotto - parlavano dei loro seni. "Vorrei avere una quarta ma mi accontenterei anche di una terza". Ho pensato a quanto diamo differente valore alle cose. Loro parlavano come di un numero di piedi o di una misura di una cosa di cui noi (uomini) parliamo in termini più spirituali (so che non è la parola giusta ma azzardo). In questa differenza balla tutta la storia del genere umano (in senso lato). Matematica contro religione (o filosofia, se siete più laici).
Di Carvelli (del 21/05/2010 @ 16:53:09, in diario, linkato 1566 volte)
Ci sono cose che non saranno mai come prima. Cose che prima non pensavi. Che non sapevi. Che non credevi potessero essere così. E te ne accorgi all'improvviso. Ascoltando una canzone che avevi già sentito e che all'improvviso non suona più allo stesso modo. Senza sapere che poteva essere così.
">.
Di Carvelli (del 21/05/2010 @ 08:56:37, in diario, linkato 2290 volte)
Leggo stamane il saggio dedicato a Robert Walser, scrittore svizzero che amo, da Coetzee. Anche questo saggio ha un incedere bio. Biografico e senza grassi aggiunti. E' un bene scrivere senza grassi? Non so. Penso - sempre che riusciamo a metterci d'accordo sulla parola nemesi che la morte di questo scrittore possa definirsi nemetica. La morte fotografata di uno scrittore misconosciuto o abbandonato. Dimenticato. Una morte visibile per una vita invisibile passata tra manicomi e riduzioni progressive, dimagrimenti. Forse sì in questo caso serve la nettezza del non-grasso. La morte nella neve, la morte nel camminare (per un autore che ha dato ai passi davvero una consistenza letteraria). Camminare, ecco una voglia che stordisco. Provvedere.
Entrando in ufficio sento questa frase: "Uno va in psicanalisi per dieci anni e poi arriva uno in ufficio e ti dice che in un giorno ti toglierà lo stress".
Mi sento come il bersaglio di tanti desideri. Penso che non devo schivare i colpi. Mi devo solo allontanare un po'. Rimanendo visibile (a vista). Far vedere l'altro che c'è, far vedere l'altro che sono senza togliere il piacere della presenza ma allontanandola dalle freccette.
|