Walser, Coetzee, stress e desideri
Di Carvelli (del 21/05/2010 @ 08:56:37, in diario, linkato 2290 volte)
Leggo stamane il saggio dedicato a Robert Walser, scrittore svizzero che amo, da Coetzee. Anche questo saggio ha un incedere bio. Biografico e senza grassi aggiunti. E' un bene scrivere senza grassi? Non so. Penso - sempre che riusciamo a metterci d'accordo sulla parola nemesi che la morte di questo scrittore possa definirsi nemetica. La morte fotografata di uno scrittore misconosciuto o abbandonato. Dimenticato. Una morte visibile per una vita invisibile passata tra manicomi e riduzioni progressive, dimagrimenti. Forse sì in questo caso serve la nettezza del non-grasso. La morte nella neve, la morte nel camminare (per un autore che ha dato ai passi davvero una consistenza letteraria). Camminare, ecco una voglia che stordisco. Provvedere.
Entrando in ufficio sento questa frase: "Uno va in psicanalisi per dieci anni e poi arriva uno in ufficio e ti dice che in un giorno ti toglierà lo stress".
Mi sento come il bersaglio di tanti desideri. Penso che non devo schivare i colpi. Mi devo solo allontanare un po'. Rimanendo visibile (a vista). Far vedere l'altro che c'è, far vedere l'altro che sono senza togliere il piacere della presenza ma allontanandola dalle freccette.
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