Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 31/05/2007 @ 11:51:20, in diario, linkato 1397 volte)
Tutto in famiglia
di Alessandro Robecchi
Siccome il Family Day è venuto bene, già si pensa di farne un appuntamento fisso. Molte sono le amene località italiane che vorrebbero ospitare il prossimo Family Day. Forte - sull'onda dell'emozione - la candidatura del ridente borgo di Marsciano (Umbria): moglie incinta ammazzata di botte, fermato il marito. Anche Belluno ha le carte in regola per ospitare la sagra della famiglia tradizionale: moglie accoltellata dal marito. Anche Parma se lo meriterebbe: moglie strangolata dal marito. Un gemellaggio per ospitare il Family Day si potrebbe tentare tra L'Aquila e Rieti, dove lo stesso tizio ha ammazzato a fucilate la convivente e la figliastra. Roma si candida soltanto con il triste episodio della figlia malata di mente che accoltella la madre. Mentre Gorgonzola (Lombardia), presenta il caso più standard: uccisa dal fidanzato che la sorprende con l'amante (tutti stranieri, in questo caso: al Family Day si potrebbe unire la tradizionale fiaccolata della Lega). E queste sono solo le candidature degli ultimi cinque giorni: quelle quotidiane celebrazioni della famiglia italiana dove alla fine, invece dei cantanti, intervengono i Ris e la scientifica. Altro che i bambini fanno oh! Sto aspettando con ansia che qualche esponente della sinistra ci spieghi che «bisogna ascoltare quella piazza». Bravo, ma quale? Belluno o Parma? Marsciano o Gorgonzola? Essere più precisi, please! Quanto all'emergenza criminalità e alla voglia di sicurezza, la destra che ha trionfato al Nord al grido di «tolleranza zero» dovrebbe valutare alcune opzioni operative, come ad esempio le telecamere nelle sale da pranzo e le ronde notturne nelle camere da letto. Vedremo. Certo non mancano le note positive: se sono scontente della loro presenza nella politica, nell'economia, nelle istituzioni, le donne italiane possono invece gioire per il loro ruolo preminente in famiglia. Come vittime, sono maggioranza assoluta.
il manifesto 30 maggio 2007
Di Carvelli (del 30/05/2007 @ 09:23:18, in diario, linkato 2041 volte)
Come sovente accade la tv diventa maestra di vita e prima i giornali. Come sovente accade creano - l'una e gli altri - delle mode. Semplici. Alla fine si tratta di uno spontaneismo imitatorio o, al minimo, di una coazione a ripetere. E ci volevano davvero tv e giornali ché quando eri ragazzino era dura trovare qualcuno che apprezzasse la tua arte, che lodasse la tua composizione, l'uso del colore, la prospettiva e ti dicesse "bello quel comignolo che fuma e quel sole con gli occhi". Ai miei tempi - scusate la vecchiaia - nessuno se la sentiva di riconoscere in quegli sgorbi mammaepapà e nonnoenonna. Tu disegnavi e al limite la galleria era qualche vecchio armadietto o il corridoio grigio di una scuola dove al tuo nome e cognome si associava classe e sezione come se la tua arte andasse contestualizzata, spiegata con l'età. Se portavi a case le tue malefatte-sgorbio era solo un concerto di carezze e frasi fatte tra il denigratorio e il pietistico. Non come oggi che sembra che i disegni dei bambini meritino le analisi di un Longhi o un Argan o, almeno, di uno psicologo. In questi giorni i disegni dei bambini tengono banco - che metafora inversa! - sono usciti dal tunnel grigio (o grigiastro o verdognolino o azzurrognolo) dei corridoi scolastici per assurgere alle pagine e alle altre facce dei media. Chissà che tutto questo possa essere un preludio a futuri radiosi nel puro spirito dell'evoluzionismo in cui tutti nonostante tutto crediamo.
Di Carvelli (del 29/05/2007 @ 13:07:08, in diario, linkato 1377 volte)
Una faccia, un sorriso, un'emozione. Alla fine sto qui come un artefice, un creatore di tutte queste espressioni, un dilettante che si presume artista e che alla fine non riesce a fare altro che a imbrattarla questa tela. Verniciando sull'altra: un colore sull'altro, un faccia sull'altra. Finora ho inventato tutto. Non so se ho fatto bene. Non so se ho ferito e mi sono ferito. Chi mi rivedrebbe e chi no: magari davanti ad un tribunale definitivo o poco fuori. Come prima degli esami: "Cosa chiedono?", "Che domande fanno?". Ci rivedremo lì: uno sull'altro, uno dietro l'altro. A frotte e spauriti. Io dirò: "Ho inventato tutto". E me ne andrò fiero di questa bassezza, di questo nulla che ora riassumo. Non lo farò per un diciotto politico ma solo per coerenza. Che vada come vada: che costa essere onesto?
Di Carvelli (del 28/05/2007 @ 14:31:19, in diario, linkato 1420 volte)
Da qui a lì. Questo al posto di quello. Sposto le cose. Metto uno dove è un altro. Sostituisco. Rimpasto. Deve essere legato la bisogno di novità. Mettere i mobili in un ordine diverso. Il prototipo è il modellismo, il plastico, la casa delle bambole. Il motivo è la vita. Forse.
Di Carvelli (del 25/05/2007 @ 13:53:09, in diario, linkato 1383 volte)
Mi colpisce sempre il modo in cui ci si spazientisce. La via seguendo la quale ognuno esprime il proprio fastidio. Per il tempo che passa, per esempio. Per l'autobus che non arriva. Per la lentezza di una procedura, di una coda. Lei fa fffff, quello tamburella nervosamente le dita, quello accavalla e scavalla la gamba. Lei si ravvia i capelli nervosa, lui si alza e si abbassa le gambe dei pantaloni. Visti da fuori, solo raramente si assumono posizioni piacevoli ma divertenti sì, succede. Anche spesso. E se non si ha fretta
Di Carvelli (del 24/05/2007 @ 09:42:35, in diario, linkato 1506 volte)
"Ho vissuto solo così a lungo che tutto quello che mi circonda è personale, privato. Non mi meraviglierei se non ci fosse più nessuno in grado di capire quel che dico". "Io ti capirò," disse con tenerezza. "Dammi solo un po' di tempo... e capirò tutto quello che dirai." Si strinse nelle spalle. "Ho anch'io un mio modo personale di scherzare..." "Da oggi in avanti..." dissi, "uniremo di nuovo i nostri codici privati e ricostruiremo un'intimità a due". "Sarà molto carino," disse. "Ancora uno stato a due," dissi. "Sì," disse.
Di Carvelli (del 24/05/2007 @ 09:25:16, in diario, linkato 1273 volte)
La notizia di oggi è... La notizia di ieri è che, da ieri, vive più gente nelle città che in campagna. Il rapporto si è invertito. Nel mondo ora le città hanno più abitanti che le campagne. Durerà? Cambierà ancora? Sarà irreversibile?
Sto leggendo Madre notte di Kurt Vonnegut. Cito Vonnegut che cita William Blake: "Cosa cercano gli uomini nelle donne?/ il profilo del desiderio soddisfatto. (letteralmente "The lineaments of Gratified Desire")/ Cosa cercano negli uomini le donne?/ Il profilo del desiderio soddisfatto."
Di Carvelli (del 23/05/2007 @ 16:14:33, in diario, linkato 1331 volte)
Mi è sembrata interessante la via alla recensione - come una specie di prodromo alla recensione - di Stefano Giovanardi all'ultimo libro di Sandro Veronesi. In effetti, un libro vecchio che esce come nuovo è un nuovo libro o un complemento ex post (non mi sembra bello usare post mortem ma è al norma di queste operazioni da fondo manoscritti) di una carriera? Un uscire per completare che di solito ha ragione in una esegesi definitiva, finale (appunto postuma)? Deve o non deve (riesce o non riesce) il critico a compiere lo scarto della eventualità del libro?
Di Carvelli (del 23/05/2007 @ 09:04:53, in diario, linkato 1347 volte)
Il corpo è stanco, gli occhi gonfi di sonno, le spalle indolenzite, le gambe molli. Faccio le previsioni del mio corpo come quelle del tempo. Verso le 12 vedo qualche nube di stanchezza e capogiri. Verso le 16 individuo piogge di dolori e non prima delle 24 segnalo l'abbandono del riposo. E' un clima sfavorevole alla pace.
Di Carvelli (del 22/05/2007 @ 08:55:34, in diario, linkato 1337 volte)
Vado a ritirare la moto. Ad un tagliando che si prevede usuale, normale. Ma come arrivo, alla rampa d'imbocco del garage-officina, un camion fermo e assembramento. Dicono: un uomo è stato assalito. Dicono: per ragioni futili. Dicono: perché era stanco di aspettare nel traffico formato dal camion fermo, fermo perché non riesce ad entrare nella discesa. Scendo e vedo l'autista che si preme stoffa sul naso che cola sangue. Il panno bianco è rosso (e bianco) nella officina nervosismo. Denunce inutili per linee polizia e carabinieri intasate. Mi preoccupo, collaboro. Poi tutti vanno via. Ritiro il mezzo e scopro una cifra spropositata e inattesa (hanno sostuito una cosa che chiedevo dal terzo mese del veicolo di sostiuire per problemi forse a quel punto in garanzia). Ma non riesco ad essere rissoso, a polemizzare. Faccio solo mostre di perplessità. Dico che siamo ad un decimo del valore della moto per la normale amministrazione dell'usura del veicolo. E me ne vado. Amareggiato, non iroso, non bellicoso. Mi domando se la mia reazione sarebbe stata diversa se non ci fosse stata la sequenza del mio arrivo. O se fosse un film al contrario uno sliding doors dell'assistenza al mio motoveicolo, la versione Tarantino.
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