Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ho visto Il discorso del re (in lingua originale) e mi è piaciuto. Mi sembra che l'elemento di spicco è la prova di recitazione dei due attori. Mi è sembrato un po' debole e abbozzato il ruolo della regina pur brava la Bonham-Carter. Forse un secondo piano avrebbe aiutato il film. Ma è una pellicola quasi teatrale che si impernia e regge nel dialogo re e logopedista. Davvero una prova magistrale di Colin Firth.
Ho visto Vallanzasca e non mi è dispiaciuto. Ritmato, ben recitato. Un po' agiografico ma funzionate/le.
Una parola che non mi viene oggi. Forse è una parola che non c'è. Non so neppure per cosa inizia. Non so neppure se esiste davvero. So che sta in una linea che va dalla delusione alla rabbia. Ma dentro c'è anche un ricominciamento, dentro c'è una leggerezza, quella che hanno le cose che si slanciano verso l'ignoto. Fosse pure un'opportunità o un precipizio sbagliato. Una parola che comunque non userei o non direi. Una parola che terrei per me come faccio con le cose a cui tengo e che mi riguardano da vicino e da solo.
Non questa notte, la scorsa notte ho sognato. Ho sognato due scimmiette che giocavano con la neve. Facevano delle palle e me le tiravano. Questa notte niente scimmiette. Niente neve. Niente sogni.
Di Carvelli (del 27/01/2011 @ 09:40:47, in diario, linkato 1487 volte)
"Occupiamoci perciò brevemente della storia di quelle mani. Forse il fatto che noi ce ne occupiamo farà sorgere il poeta capace di narrare la storia segreta e meravigliosa della ragione per cui quelle mani non furono che bandiere al vento della speranza".
Eccola, la frase da Mani di Sherwood Anderson. Non vi sembra di sentire il brivido delle cose grandi? Il coraggio di un'invocazione laica alla musa della poesia? Un sortilegio? Insomma, qualcosa che ha a che fare sì con l'arte della narrazione ma anche con la invocazione spiritica? Una profonda fede nella letteratura come nel destino?
Di Carvelli (del 26/01/2011 @ 13:57:46, in diario, linkato 1007 volte)
Finalmente è riuscito (ho comprato e, non so come, sono riuscito a leggere un paio di racconti) Sherwood Anderson. Traduzione rivista, copertina sobria (quella della collana repechage della Einaudi) di un bel rosa. Nuovo titolo. Non più Racconti dell'Ohio ma Winesburg, Ohio (titolo originale). Leggo Mani. Mi piace. E' la storia di un ex-maestro di scuola costretto a nascondersi (cambiare città e lavoro) dopo che un bambino ritardato lo ha denigrato e falsamente accusato di molestie. Penso a quanto spesso le parole possano determinare la sofferenza di un uomo. A quanto un giudizio parziale possa rivelarsi assoluto e determinare un'esclusione, una pena, una condanna. Non ho il libro con me. Appena posso vi copio una frase che rivela lo straordinario e visionario talento narrativo di questo scrittore americano.
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