Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 30/01/2009 @ 12:35:16, in diario, linkato 1283 volte)
Mal di gola. Mi consigliano vari colluttori. Scrivo. La mia collega ascolta e poi mi rimprovera. Devo essere più naturale e allora ecco, ho comprato uno spray alla propoli dall'inequivocabile etimo: golis. Vediamo...
Negli ingredienti spicca anche se in posizione secondaria il Cinnamomum. Sì ecco cosa mi è venuto in mente...
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Di Carvelli (del 28/01/2009 @ 14:16:36, in diario, linkato 1466 volte)
"La mia natura ritrosa anzi che no mi inibiva di ricercare; e portandone la viva impronta sul viso, ella inibiva agli altri di ricercar me. Così delle donne, alle quali per natura era moltissimo inclinato, non mi piacendo se non le modeste, io non piaceva pure che alle sole sfacciate; il che mi facea rimaner sempre col cuor vuoto. Oltre ciò, l'ardentissima voglia ch'io sempre nutriva in me di viaggiare oltre i monti, mi facea sfuggire di allacciarmi in nessuna catena d'amore; e così in quel primo viaggio uscii salvo da ogni rete".
Vittorio Alfieri - La vita (epoca terza capitololo secondo). La mia edizione porta illustrazioni di Duilio Cambellotti e l'etichetta di una libreria di Buenos Aires.
Di Carvelli (del 26/01/2009 @ 16:06:26, in diario, linkato 1869 volte)
Di Carvelli (del 16/01/2009 @ 14:38:50, in diario, linkato 1340 volte)
Dall'intervista di Emanuele Trevi a Mark Strand (ieri 15 gennaio su il manifesto)
Se è vero che per ogni poeta il punto di partenza è la poesia di un suo predecessore, quanto è stato realmente importante per lei l'esempio di Wallace Stevens ? E ha mai provato i morsi di quella che Harold Bloom definisce l'angoscia dell'influenza ? Di Stevens iniziai con il leggere i Tredici modi di guardare un corvo. Oggi mi capita di insegnarlo nei miei corsi all'università. Mi voleva chiedere se è così difficile affrancarsi da un modello? Direi di no, si può riconoscere il proprio punto di partenza e nello stesso tempo andare lontano. Il fatto è che sarebbe finto pensare a un'innocenza da recuperare. Bloom dice che c'è un clinamen, uno scarto dal percorso tracciato dal maestro; ma questo avviene grazie ad altri maestri: nel mio caso Kafka, Borges... La vera angoscia dell'influenza, a mio parere, la si deve provare nei confronti di se stessi. Insomma, la mia paura non è l'imitazione, ma l'auto-imitazione. Bloom, nella sua teoria, non tiene nel debito conto questo aspetto.
Di Carvelli (del 15/01/2009 @ 09:48:40, in diario, linkato 1364 volte)
"La fine della giornata di contrattazioni era come la fine di una battaglia. Dopo le cinque i Padroni dell’Universo si prendevano cura di tutti quei dettagli operativi che la gente degli altri settori lavorativi passava tutto il giorno a fare. Facevano il conto del “netto del netto”, ossia dell’autentico profitto o perdita della giornata di lavoro. Ricontrollavano i mercati, rivedevano le strategie, discutevano i problemi personali, andavano alla ricerca di nuove emissioni, leggevano la stampa finanziaria, un’attività severamente proibita durante la battaglia quotidiana. Si raccontavano episodi di guerra, si percuotevano il petto e lanciavano grida di esultanza quando se l’erano meritato. Una sola cosa non si faceva mai: andarsene a casa dalla moglie e dai figli". Da Tom Wolfe Il falò delle vanità (Oscar Mondadori, pg. 366, traduzione di Ranieri Carano)
Ho letto Il falò delle vanità. Con entusiasmo. Un entusiasmo esterno, a volte contemplativo anche se non così avulso, il piacere della facilità, della meccanicità che funziona. Forse il finale lo avrei immaginato meno giustapposto e "a morale" conclusiva. Ma il libro è un gran libro con scene esilaranti e una costruzione di grande duttilità esplicativa. Oserei dire che alle volte si presta a riflessioni di scuola, a esempi formativi. Ovviamente arrivo a dire tutto questo da buon ultimo ma mai dire mai o non più a un bel libro coem questo di Tom Wolfe (penso addirittura di aver dimenticato di averlo in un'altra libreria e averlo comprato per la seconda volta). Dialoghi feroci, descrizioni dei personaggi veramente notevoli, incastri semplici (a volte) ma efficaci. Un gran libro.
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