Una poesia di Roberto Varese
Di Carvelli (del 05/09/2006 @ 09:51:26, in diario, linkato 2117 volte)
Il mare, la notte... Io ricordo la preghiera dei baci, Il verde delle conifere negli occhi di lei Che angeli e diavoli affollavano, finestre Della sua mente povera e plagiata Dai racconti dei miei peccati o stranezze. Conosci tu parole che penetrano il cuore? Non voglio dire basta!, è falso!, oppure addio!. Al tramonto le cose si sdraiano Come un vecchio con la pipa. Ma non c'è riposo Nell'ansia della domanda Che risuona davvero Dentro il cuore.
Questa poesia è di Roberto Varese. Altre poesie si possono leggere qui www.ilprimoamore.com/testo_223.html Poche cose. Spesso la fortuna dei lettori non è la stessa degli editori. Non sto ovviamente parlando di vendite, di ricavi, di ristampe. Sto parlando di quegli incontri casuali ma aperti, dei piccoli vasi di pandora da cui verranno cose per un po'. Spesso la fortuna dei lettori è, definitivamente, l'incontro con un testo felice. Un testo che porterà con sé altri testi (le letture di quei testi) e le sensazioni legate a quelle (letture). Non sempre un testo felice...non sempre la felicità è intonata al clamore della sua conoscenza bensì al suo segreto. Come ad un'iniziazione, il piacere di una religione, la sua meditazione (mai il suo apparato). Con la poesia questa via di accesso si rende più diretta. Con alcuni poeti è così. Con la poesia è spesso così. Vi invito a leggere PICCOLA DEA (Fazi) di Roberto Varese che a un veicolo di amicizia deve ulteriore amicizia e questo succede quando un libro non è un libro. Non solo quello, almeno.
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