Una guida insolita di Roma inadatta a dare coordinate, a rendere governabile l’intreccio di vicoli, strade, percorsi attraverso itinerari riconoscibili. I posti su cui ci invita a fermarci sono discariche, ospedali, cantieri, piccoli cinema, bar fuori mano, con uno sguardo laterale, con una leggerezza speciale nel passo. Una guida che ci accompagna nel dimenticare la strada. Non trovare la strada significa, in fondo, riscoprirla; la perdiamo per riaverla indietro, come quando lasciamo andare qualcuno che amiamo per poterlo poi rincorrere.
E qui, tra le pagine di questa guida fuori dal comune, Roberto Carvelli attraversa la sua biografia e i suoi ricordi, come si attraversa un quartiere, curioso e girovago, tentando di cogliere e possedere con la vista, il tatto, l’olfatto, l’udito, il gusto.
Il tentativo di possedere Roma, però, resta vano. Perché una città non la si afferra mai completamente, la si vive e basta, continuamente cambia le sue forme, e noi possiamo guardarle e viverci in mezzo. Quello che resta è lo smarrimento. In questo libro, in cui Roma non finisce mai ma si allunga nelle periferie, dove i suoi confini sono scali di ripartenze, e quello che c’è dietro l’angolo è sempre una sorpresa, una possibilità nuova, vi leggiamo la grande metafora del cambiamento e della rigenerazione. Ad ogni passo, appunto. Autore di queste passeggiate per quartieri, distratte e svagate e, nello stesso tempo, tese all’esperienza e all’osservazione, Roberto Carvelli accanto al suo sguardo ci offre anche le parole di alcuni scrittori romani o che a Roma hanno vissuto (Lodoli, Veronesi, De Luca, Anedda, Cerami, Canali, Onofri e altri), e quelle di chi le ha dedicato nel passato pagine di grande letteratura ( citazioni da Pasolini, Rosselli, Gadda, Flaiano, Bachmann, Rilke, Goethe e altri). Reportage letterario, dunque, in cui i linguaggi della prosa, dell’intervista, della poesia, della citazione letteraria si mescolano per dare vita al corpo flessibile e accogliente di una romantica non-guida dove Roma è soprattutto un sentimento.
E perdersi, un capriccio del cuore.
(Daniela D'Angelo)