Cosmologia di Cendrars
Di Carvelli (del 23/03/2007 @ 09:44:53, in diario, linkato 1393 volte)
“Ahimè! Ignoravo, mai avrei potuto crederlo, che si rinasce dalle proprie ceneri, che la morte del cuore può essere uno stimolo per lo spirito, una forza creativa, e che se si è stati capaci un giorno di crearsi un universo lo si abita come Dio per l’eternità perché la creazione è indistruttibile. L’errore è di far gravare il peso della creazione sulla creatura, o di farglielo sentire, o di schiacciarla sotto il suo stesso peso. Si sarebbe dovuto provvederla di un paio d’ali perché si crea soltanto nella gioia e anche la creatura deve partecipare a questa gioia e danzare nella luce. Dio ride forse? Si stenta a immaginarlo. Allora, tanto peggio per la dottrina o il dogma. Io, rido; perché oggi so. So che creare è bello. Nella prigione in cui vivo oggi e da cui non posso uscire – ora so cosa intendeva la Madre annunciandomi la mia prigione – so di essere felice. Non c’è niente da perdonare perché non c’è niente di male nella felicità e solo l’azione dà la libertà. Ma l’assuefarsi è stato duro, perché quel clima era disumano. Io so che porto me, la mia creazione, e mi libro nell’aria. E’ ciò che si chiama essere soli. Ma librarsi è descrivere un cerchio a spirale e la spirale è l’immagine di una caduta. Ora, si cade da qualche parte verso qualche parte. Dunque non si è soli. E’ il colpo di fulmine. Ti ritroverò nell’abisso della luce. Ma non anticipiamo. La Bibbia, il libro dei libri, è da riscrivere. ?In principio lo Spirito Santo si librava sulle acque....’. No, in principio era il Sesso. Il sesso non è un attributo. E, alla fine, ci sarà ancora il Sesso... Ma ho già detto troppo. Amen”.
Da Rapsodie gitane di Blaise Cendrars (Adelphi)
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