Scrivere all'alba
Di Carvelli (del 29/04/2004 @ 08:18:47, in diario, linkato 1049 volte)
“All’alba – il sangue più lento,/all’alba – il silenzio più leggibile./ Lo spirito dalla carne inerte si divorzia,/ l’uccello concede il divorzio alla sua gabbia d’osso./ L’occhio vede – la meno visibile lontananza,/ il cuore vede – il meno visibile legame…”
(Marina I. Cvetaeva – All’alba)
Non perché più sveglio. Forse proprio perché tutto è pagina bianca. Nessuna ancora costruzione. Il semplice trasporto del corpo alla tastiera. Nella assoluta assenza di attribuzioni di significato. Preferisco scrivere così o per pienezza di sentimenti ma è un altro discorso. Nulla è ancora successo. Una bella o una brutta giornata. Al limite sole sì o no. Pioggia. Perché ora la finestra è luce. Se fosse inverno sarebbe serranda verde (che al limite ticchetta di pioggia metallica) e luce da tavolo. Meglio ancora avere un progetto. Un’idea. Cose da fare come se fossero preghiere da recitare all’ora data. Per progetto ogni momento è buono. E’ il tempo l’esercito nemico, un’alleanza quello che cerco ma guerra se serve. Il nemico è sempre dentro. Sempre. Anche quando ha fattezze distinte da me. Ecco l’alba per sferrare l’attacco alla pigrizia al ‘non ho tempo’ al ‘lo farò’ al ‘tutto è inutile’.
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