Dalai e il dissenso
Di Carvelli (del 20/11/2007 @ 10:20:22, in diario, linkato 1375 volte)
Mi è stata segnalata e ho letto un'intervista a Alessandro Dalai della Baldini Castoldi Dalai su Leggere:tutti che è un mensile gratuito offerto da alcune librerie. Il numero è questo
Probabilmente non è più in libreria ma se vi capita vale la pena sfogliarlo e leggere il dissenso di Dalai sul mondo editoriale. Parole - speriamo sincere - che suonano come uno schiaffo a tanta roboante prosopopea di altre edizioni e altri editori. Intanto mi viene in mente che forse si fa un grande parlare di piccola editoria e uno scarso di media. A questo stesso proposito e passando (meglio non passando) il segno molti editori medi fanno a gara per apparire piccoli partecipando a fiere di settore (piccolo settore) pur non avendone i titoli, pur non avendoli più. Ci vorrebbe una regola: si è piccoli fino a tot fatturato e a tot titoli (ammesso che sia tutto lì quello che ti fa crescere). Ma non è così. Nella realtà gli editori medi scontano il contrasto corpo a corpo con i grandi, la prima linea. Molti parlano di letteratura a bocca larga...Ma perché non si dice mai quanto costa mettere una pubblicità su Repubblica o altrove, quanto costa mettere due libri in vetrina in una Feltrinelli ecc? E, soprattutto, si può parlare di letteratura facendo finta che sia un fatto di solo gusto e di sola arte? Nelle parole di Dalai si sente la forza di un dissenso che non avevo mai letto prima. Neppure tra le righe dei piagnistei dei medi spacciantisi per piccoli, dei piccoli che si pretendono minuscoli, dei medi che con alterigia si mostrano grandi salvo fare crac come la legna troppo secca.
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