Fuggi da ogni grandezza: la vita nostra in una povera casa può andare oltre quella dei re e degli amici dei re. (...) la roba che non ci si adatta è come il calzare del proverbio che troppo largo ci inciampa e troppo stretto ci piaga.
Di Carvelli (del 14/03/2008 @ 14:55:37, in diario, linkato 707 volte)
Un film, almeno quando va nel circuito delle sale dovrebbe portare la data di scadenza. Si eviterebbe di perdere dei capolavori che si presentano difficili (o che possono manifestare delle barriere...come la lingua originale e i sottotioli, la lentezza del montaggio e cose così). E' forse il caso di questo film di un regista sardo che seguo già dal suo precedente BALLO A TRE PASSI (che ho già visto tre volte e forse parlandone qui). Questo è gran cinema (ancora più bello del precedente e forse pure di molto...a parte l'episodio perfetto dei bambini e del mare del Ballo) come non ci si aspetta da un regista italiano, dalla cinematografia italiana. Nessun retrogusto (come invece accade di sentire in bocca dopo la visione di quei tre o quattro presunti neogeni della camera, che a ragione meritano di essere guiardati come tali anche se mi sembra che tutti al secondo film abbiano ceduto alla maniera). Qui è tutto nitore, pulizia. Tutto necessità, tutto storia e tutto fotografia. Immagine, ricostruzione. Poco artificio se non quello che stupisce per Natura (cose che fanno pensare ai veri Fratelli Taviani ma il paragone è telefonato, piuttosto è da scomodarsi la grande filmografia russa del muto). Da correre a vederlo anche nel timore che soggiaccia all'amara regola del box office - poco ma subito - e che lasci presto il posto ai necessari ooooohhhhhhhh della cassetta.