Mattina in forma di appunti #1
Pare sole. E' sole. Pare pioggia. E' nuvolo. Siamo tutti meteoropatici. Oggi i "tutti" soffrono di quella particolare forma di meteoropatia che è "nuvolo dunque confuso, distratto". Loro in macchina io in moto: non è bene. Dovremmo avere solo un interruttore ON/OFF. Lo abbiamo ma insieme anche un TIMER. Scattiamo e passiamo così da ON a OFF e da OFF a ON e di nuovo OFF senza averne coscienza. Siamo temporizzati. Ci accendiamo quando non vorremmo e spegnerci pure. Sarebbe bello se sapessimo la nostro pragrammazione. Quanto meno. E invece no. Ci accendiamo e ci spegniamo all'improvviso. Ti chiedono: "perché ora ti spegni?" Perplessi, delusi. E noi non abbiamo nulla da dire. Delusi anche noi che il comando non è in mano nostra. Di chi? Una gamma di risposte e anche la piccola convinzione che possiamo prenderla in mano noi questa funzione timer. Sì ma per quanto? Sì ma perché? DELLE METAFORE è un appunto breve in forma di racconto di Kafka. Un racconto, in definitiva, ma più simile a un koan, un esercizio per sviluppare comprensione. Al di là della strada: siamo noi stessi una metafora di una metafora. E potrebbe servirci saperlo, esserlo? Quanto ci consola sapere di non essere reali ma simbolici? C'entra l'astrologia? E la psicanalisi? E la religione? Forse aiuta essere simboli. E metafore. Essere per altro. Ma ABITARE SIGNIFICA LASCIARE TRACCE. La frase è di Walter Benjamin, sta nei Passages. Lasciamo tracce, siamo una produzione di cose, fatti concreti. Magari sarebbe bello se fossimo produzione di simboli, di metafore ma non succede facile.
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