Scopo ultimo dell'azione spirituale è non può non essere una realtà materiale, qualcosa di palpabile e apprezzabile da tutti, un oggetto insomma nella sua accezione più modesta e concreta, o un ordine forzato di fenomeni.
Quando in macchina rallento per far passare un pedone o un’altra macchina e loro mi fanno un cenno di ringraziamento con la mano.
Camminare per la città di notte ascoltando musica con l’iPod.
Gli attimi appena precedenti a una registrazione televisiva, quando ancora non si sa come andrà la puntata e tutti sono tra l’ansioso e l’elettrizzato.
Parlare in collegamento video con Skype.
Stare tutta sera sul divano col mio fidanzato a vederci di seguito quattro o cinque puntate di una serie tv registrata.
Il terzo o il quarto giorno in cui mi trovo in una città straniera e percepisco che comincio a conoscerla, che riesco già a muovermi da solo.
Ricevere fra la posta, a sorpresa, un libro che non vedo l’ora di leggere.
Comprare ristampe in cd tra le offerte speciali quando il prezzo è così basso che non mi fa sentire in colpa per acquisti anche avventati.
Il momento in cui capisco che ho raggiunto il numero sufficiente di racconti per realizzare un nuovo numero di ‘tina.
Guidare per lunghi tragitti con la musica che sembra perfetta per quello specifico viaggio.
Conoscere i lettori nei luoghi più inaspettati.
Controllare la posta da tutte le mie varie caselle mail la mattina subito dopo aver fatto colazione.