Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?
Di Carvelli (del 07/05/2008 @ 09:16:02, in diario, linkato 910 volte)
Esco dalla lussuria. M'incammino per lastrici sonori nella notte. Non ho rimorso o turbamento. Sono solo tranquillo immensamente. Pure qualche cosa è cambiato in me, qualcosa fuori di me. Ché la città mi pare sia fatta immensamente vasta e vuota, una città di pietra che nessuno abiti, dove la Necessità sola conduca i carri e suoni l'ore.
A queste vie simmetriche e deserte a queste case mute sono simile. Partecipo alla loro indifferenza, alla loro immobilità. Mi pare d'esser sordo ed opaco come loro, d'esser fatto di pietra come loro.
Ché il mio padre e la mia sorella sono lontani, come morti da tanti anni, come sepolti già nella memoria. Il nome dell'amico è un nome vano.
Tra me ed essi s'è interposto il mio peccato come immobile macigno. E se sapessi che il mio padre è morto, al qual pensando mi piangeva il cuore di essere lontano ora che i giorni della vita comune son contati, se mi dicesser che mio padre è morto, sento bene che adesso non potrei piangere.
Son come posto fuori della vita, una macchina io stesso che obbedisce, come il carro e la strada necessario.