Una poesia di Camillo Sbarbaro (segue)
Adesso che placata è la lussuria sono rimasto con i sensi vuoti, neppur desideroso di morire. Ignoro se ci sia nel mondo ancora chi pensi a me e se mio padre viva. Evito di pensarci solamente. Ché ogni pensiero di dolore adesso mi sembrerebbe suscitato ad arte. Sento d'esser passato oltre quel limite nel qual si è tanto umani per soffrire, e che quel bene non m'è più dovuto, perché soffrire della colpa è un bene. Mi lascio accarezzare dalla brezza, illuminare dai fanali, spingere dalla gente che passa, incurioso come nave senz'ancora né vela che abbandona la sua carcassa all'onda. Ed aspetto così, senza pensiero e senza desiderio, che di nuovo per la vicenda eterna delle cose la volontà di vivere ritorni.
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