Abbiamo un dream? Yes You Kent
Un'aria effervescente ci inonda. Qui come altrove sembriamo bagnati da un'atmosfera gioiosa. Quasi risolutiva. Per molti messianica. Quella di un nero alla casabianca, di uno che ce l'ha fatta da solo e insalita. Forse anche noi abbiamo un dream. Il dream di uno che si sobbarchi tutte le nostre crisi, le problematicità che ci circondano, come un Superman. Ecco Obama sembra incarnare il nostro Clark Kent. Un segno sulla scheda e sarà supereroe. Un segno e tutto passa. Ma sarà difficile che si realizzi solo così. Forse serve un leader, uno che sappia ridare un clima di fiducia in se stessi e negli altri e il discorso post-elezione di Obama sembrava lanciare questo sasso. Un dream è un dream: può diventare un progetto se all'aria "nuvoletta" si sostituiscono azioni in una cornice (le nostre). In definitiva ci basta qualcuno che ci dia una cornice, un foglio, dei colori. In definitiva un patto che ha bisogno di una coerenza per mantenersi senza annacquarsi di delusioni. I suopereroi passano, gli uomini restano: basta non demandare al mondo della fantasia le nostre frustrazioni. Solo così non finirà in nuvolette.
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