Un brandello di stoffa da una veste che sto cucendo ma che forse non indosserò
Di Carvelli (del 09/06/2009 @ 17:03:21, in diario, linkato 1065 volte)
Succederà anche a te che qualcuno ti chieda scusa e ti chiederai “di che?”. Succederà che è tardi e che è meglio andare a dormire, che domani è un’altra giornata di lavoro. Insieme penserai a tutte le cose che nella vita non sono andate come dovevano andare. Ma il pensiero non ti darà più dolore come se fosse l’ultima ora della tua vita. Sai che c’è, ti dirai dandoti del tu e chiamandoti per nome, ce l’hai messa tutta, non hai nulla da rimproverarti. Hai provato, hai tentato, non era il caso. Non eri tu, non era lei. E un po’, sì, ti dispiacerà ma è andata, penserai. Una sera qualsiasi. Un giorno di un anno qualsiasi. Avremmo potuto. Avremmo dovuto. Un giorno. Un anno. Ecco qua: nel tuo giorno ultimo di vita, quello che pensi sia l’ultimo giorno, qualcosa ti starà ricordando errori, assenze. Beh succederà. Non prenderla male, la vita fa così. Hai provato, hai tentato. Lei, era lei. Lui, era lui. Ma non è andata così. Tutto sembrava dover andare in quel modo ma non è andata. E’ tardi per pensare che c’è qualcosa ancora da fare. Non è più il tempo per pensare che forse può ancora cambiare. Che peccato, pensi, sarebbe stato bello se tutto fosse andato in quel modo lì: lei e te, lui e te. Niente da fare, niente fatto. Ti metti il cuore in pace, ti giri dall’altra parte e dici addio a tutto.
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