Cose dette, cose viste, cose fatte. Cose
Non è un fatto sbagliato mangiare more formaggio e caffè per colazione. Neppure leggere sotto il sole. Neppure stare ore a osservare una cicatrice. Forse è un buon consiglio "non farsi notare". La gente è gelosa delle proprie cicatrici. Anche di quelle interiori spesse volte. Sono stato da qui a lì. Un po' rischiando, un po' salvandomi. L'ape è entrata nel casco, ha punto ed è morta. Forse dovremmo imparare dall'ape: l'ultimo gesto deve essere disperato e definitivo. Forse solo così la morte non brucia. Un piccolo suicidio che nasconde la forza del caso. Riusciremo? Compro e leggo il nuovo libro tradotto di Mavis Gallant. Lo compro sotto un sole accecante, costretto alla solita attesa che il sigaro sfumi. E' sabato. Prendo un caffè in centro. Mi siedo ai tavolini. fa un caldo allucinante. Un quarto d'ora. Persino il cameriere ha rinunciato. Prendo esempio. Entro e lo prendo al banco. Il mare fa forte: onde e vento. Faccio una promessa. Mantengo sempre le promesse, mi fa bene. E, dunque, ne faccio un'altra. Che mi porti un po' più in là. Il racconto di Mavis Gallant è bellissimo. Ne parlo diffusamente domani. Mi spiace non aver letto ancora tutto. Solo tre libri tradotti. Forse dovrei sforzarmi di più di leggere in originale. Si chiama L'altra Parigi. E' la storia di un matrimonio. Ma che dico: è la storia di un amore. Neppure. E' la storia di una di quelle cose che somigliano a quelle che ho detto, si presentano nella stessa combinazione di senso ma nulla hanno a che fare con le dette parole. Le cose speso sono così, senza parole.
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