Non esistono punti morti, ti dico, in questo piano cartesiano senza fine dove tu hai segnato piccoli spostamenti (tu dici, "piccoli"). Non esistono fermi infiniti. E' sicuro che dopo riparti. E' certo che non finisce qui la tua strada, che non dura questa stasi, che non muore questo viaggio. Mi guardi perplesso. Mi chiedi come si muove il primo passo. Ti dico come. Sei ancora perplesso. Mi spiego. Ma nulla. Il primo passo è quello più difficile, lo sappiamo. Facciamo finta che non saremo noi a farlo ma qualcuno dentro di noi. Facciamolo.
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