Proseguo il mio diario di lettura di Inoue Yasushi (Ricordi di mia madre). http://it.wikipedia.org/wiki/Inoue_Yasushi Stiamo parlando sempre della mamma del titolo. Alla donna in questione. ottuagenaria, si è rotto il meccanismo del ricordo e inizia a nominare sempre la stessa persona e solo lui, Shunma. Ecco perché.
Quella che mia madre raccontava di Shunma era una storia molto semplice. Diceva che era gentile, intelligente, e che un giorno, mentre studiava e lei dal giardino si era avvicinata alla veranda, le aveva detto: “Puoi salire”. Tutto qui. All’epoca mia madre doveva avere sette o otto anni. Forse per una bambina come lei l’invito a salire era stato un avvenimento tanto importante da rimanerle in mente per l’intera vita. (…)
Non ricorda il marito. No, mai. I figli ne soffrono ma c'è qualcosa di profondo considerando che la persona che lei ricorda, di quasi dieci anni più grande, è morto giovane tra l'altro. E d'accordo che c'è qualcosa che si è rotto nel meccanismo del ricordo ma perché nel nulla galleggia questo episodio piccolo e isolato?
Che abbia un significato la vita o sia insulsa, dipende dal punto di vista; si può anche presumere che l’unione carnale di marito e moglie per l’intera vita non abbia molto significato, mentre ne avrebbe un piccolo frammento d’amore spirituale, capace di durare senza dissolversi fino al termine di una lunga vita. Da questo punto di vista l’esistenza umana non è certo un episodio trascurabile.
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