Una poesia di Mark Strand
BLACK SEA
One clear night while the others slept, I climbed the stairs to the roof of the house and under a sky strewn with stars I gazed at the sea, at the spread of it, the rolling crests of it raked by the wind, becoming like bits of lace tossed in the air. I stood in the long whispering night, waiting for something, a sign, the approach of a distant light, and I imagined you coming closer, the dark waves of your hair mingling with the sea, and the dark became desire, and desire the arriving light. The nearness, the momentary warmth of you as I stood on that lonely height watching the slow swells of the sea break on the shore and turn briefly into glass and disappear… Why did I believe you would come out of nowhere? Why with all that the world offers would you come only because I was here?
MARE NERO
Una notte chiara, mentre gli altri dormivano, ho salito le scale fino al tetto della casa e sotto un cielo fitto di stelle ho scrutato il mare, la sua distesa, il moto delle sue creste spazzate dal vento, divenire come pezzi di trina gettati in aria. Sono rimasto nella lunga notte piena di sussurri, aspettando qualcosa, un segno, l’avvicinarsi di una luce lontana, e ho immaginato che tu venivi vicino, le onde scure dei tuoi capelli mescolarsi col mare, e l’oscurità è divenuta desiderio, e desiderio la luce che approssimava. La vicinanza, il calore momentaneo di te mentre rimanevo su quell’altezza solitaria guardando il lento gonfiarsi del mare rompersi sulla riva e in breve mutare in vetro e scomparire… Perché ho creduto che saresti venuta uscita dal nulla? Perché con tutto quello che il mondo offre saresti venuta solo perché io ero qui?
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