Mangiare giapponese, leggere i titoli di coda dei film: snobismo oppure no?
Di Carvelli (del 04/08/2010 @ 08:29:51, in diario, linkato 1159 volte)
Ieri sera - era tanto che non andavo - sono andato al giapponese. Stavo lì e mi guardavo attorno. E' una cosa che faccio con un po' più di circospezione rispetto ad anni fa quando mi poteva accadere di estranearmi persino in una fissazione visiva. Mi domandavo se mangiare giapponese ha in sé qualcosa di snob. Mi chiedevo, in definitiva, se io e gli altri lo eravamo. Ho fatto anche un salto indietro. Nei tempi in cui mangiare cinese rappresentava (ha rappresentato) un salto nel vuoto, una vera rottura che nessuno di noi ha lasciato uguale. C'erano molte coppie, ieri. Qualcuna male assorbita. Nessuna tavolata conviviale alla "cinese". Da cui ho ricavato una mia piccola legge: che mangiare giapponese sia uno snobismo a due o quattro. Ma, dunque, ho accettato di classificarlo nel girone degli snobisti? Non so. Forse mi sono chiesto se mi piaceva davvero quello che mangiavo e se davvero piaceva agli altri. Poi mi sono chiesto se avrei digerito bene. Poi se era stata una bella serata. Se il conto era salato. Se ce la facevo a guidare la moto così lontano. Ed ecco che era finito tutto il mio snobismo. In un colpo di sushi.
Stamane, per rimanere al vizio capitale di cui sopra, mi viene da pensare se possa considerarsi del pari snob l'attendere i titoli di coda dei film al cinema. In fondo - faccio l'avvocato del diavolo - che ce ne frega dell'ultimo runner, dell'accompagnatore della diva. Mi sono trovato delle attenuanti non generiche nell'attesa delle musiche e delle locations. Dove è stato girato? Quale comune, vallata, lago, albero deve essere gratificato di un saluto? Ovviamente ho omesso la possibilità di secondi fini - tipo evitare qualcuno che si è visto e non si vuole per qualche ragione salutare, essere in buona compagnia e attendere il vuoto della sala per avere l'impressione di una visione privata, sentimentale. Qui non ho una legge se non la mia: non sto lì per inseguire nomi come se sfogliassi un paginebianche a rullo, né come se leggessi le infinite clausole di un contratto in corpo2. Sto lì solo per sapere dove passerò una vacanza o quale CD mi comprerò. Ed ecco che anche qui tutto il mio snobismo è capitolato. In un colpo di coda.
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