17 aprile 1944 è una data che il quartiere in cui vivo non potrà mai dimenticare per i motivi che trovate qui http://it.wikipedia.org/wiki/Quadraro Punto, a capo. C'è questa casa editrice faentina, la Moby Dick ( www.mobydickeditore.it), per la cui rivista Tratti ho qualche volta collaborato e che merita vicinanza e sostegno come tutti i piccoli editori. Ogni tanto ricevo qualche dono e, curiosamente, in questa antologia-concorso che mi mandano E alla fine Beethoven trovo un racconto di Serena Patrignatelli dal titolo 17 aprile. Il racconto offre un altro punto di vista su quella terribile giornata e sulle conseguenze che ne derivarono. Un finale meno triste di quello ampiamente storicizzato (ci sono molti libri a riguardo). Un finale in cui la morte sta discosta. Ogni casa di questo quartiere fu presa di mira. Esiste addiritttura un elenco della parrocchia (grazie al suo eroico sacerdote) che porta casa per casa, civico per civico, l'elenco dei proscritti destinati al campo di concentramento. Ogni anno la memoria rivive con corone e manifestazioni e il quartiere ha una medaglia d'oro al valore. Ho ripensato a tutto questo leggendo questo breve racconto nell'antologia non so in che misura autobiografico. Ho ripensato a quanto da allora è cambiato e cosa è rimasto di quella brutta alba. Se c'è un legame tra quel quartiere di allora e quello di oggi.
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