Uscendo dal lavoro, ieri, sono andato ad un parchetto vicino casa dove un mio amico porta il suo cane per chiacchierare e stare un po' con lui. In realtà mi sarei fatto volentieri una birra ma non ho trovato nulla di vicino così sono andato lì a fumare un po' di sigaro e ad assistere al loro rispettosissimo e famigliare parlare di cani. Tutti pronti a solidarizzare in questa area circondata in cui facco giocare i loro compagni di vita. Ci si sente un bel po' fuoriposto ma va pure bene ogni tanto. Ti senti alla fine che i tuoi problemi non sono nulla davanti alla vita di quattro zampe coperte di pelo che riescono a strappare amicizia e amore senza cambiare nulla della loro natura. mentre a noi alle volte sembra di dover fare chissà cosa per un po' di considerazione.
Dopo ho deciso di farmi un barbecue anche se ero solo a casa. Alle volte mi piace questo piccolo spreco di carbonella (solo ad accenderlo avrò speso un'ora ieri) e carne. L'idea che stai facendo una cosa solo per te anche se è di molto più bello farlo per altri. Facevo avanti indietro dal fuoco alla cosa bevendo vicno rosso e mi sembrava che in casa ci fosse tanta gente (non credo dipendesse dal vino, no). Fuori faceva un po' freddo e tutt'intorno era silenzio. Un amico mi ha suonato ma non ho sentito. Mi ha chiamato, gli ho aperto mi ha aiutato ad accendere il fuoco e se ne è riandato. Ho rivisto Full Metal Jacket. Vi ricordate la scena finale. Con loro che cantano topolin dopo morte e in mezzo ai disatri che bruciano ancora. Ecco, spesso un inno alla vita può anche essere un po' ridicolo, uno stano miscuglio di dolore, pena e un po' di tenerezza infantile.
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