Niente che gli appartenesse davvero
Un mio amico, più grande di me di qualche anno, tempo fa raccontava qualcosa riguardo al suo matrimonio, ai figli. Il suo precedente matrimonio. Ora è separato. Ora ha un'altra compagna. Com'è andata, come non è andata quella storia è finita. E lui, nel fare, un po' di sana e saggia dietrologia. Niente di trito o di banale. Raccontava di come lui si facesse portare da qualcosa che c'era in quel rapporto che non gli apparteneva veramente. Tipo che sgridava i figli, li riprendeva e anche con una certa rabbia. Ma a ben vedere, raccontava, non c'era una verità in quel rimproverare. C'era un obbedire ad una forma. Una forma che non era la sua. Che non lo riguardava veramente. Qualcosa di autoimposto. Forse mediato dalla compagna. Qualcosa che andava fatto. E in un certo modo. Niente, comunque, di vero. Niente che gli appartenesse davvero.
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