Di quel sentimento (di ieri)
Nella frase che vi ho citato ieri si parlava di questo confine immaginario. Direi di un discrimine. E' un confine che ho visitato spesso. Da cui sono stato visitato. Da una parte c'è la vanità, e la Szabò ce lo ha detto, non è la parte in cui vuole (vorrebbe) stare, farsi trovare. Dall'altra c'è il piacere dell'intimità. Ed è di quello che parla. Ma nel parlarne deve riconoscere che i due campi di questa immaginaria urbanizzazione sono spesso confusi, diversamente abitati, progettati. Molti assecondano (o si fanno assecondare da) la vanità dei ritorni (traduco feedback), la scambiano e la fanno scambiare per sentimento. Ma è altro. Anche se il gioco qualitativo rende il ritorno incidentalmente efficace, produttivo. Ma non dura o si muta in altro. Un altro totalmene diverso. Sono sofisticazioni (nel brutto senso della parola) che vengono prima o poi catturate dai sensori ed eliminate.
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