Il cinema italiano (stato dell'arte/non arte)
Di fronte a campane a morto sulla nostra cinematografia mi preme dirvi quello che un critico non vi direbbe. Perché paludato o coscienziosamente concentrato su un prontuario d'arte e impegno (spesso viceversa). Ma io sono un consumatore. E un semplice cosumatore critico (per quanto laureato...nella materia o quasi). Non viceversa. E quindi mi posso permettere di dire (da consumatore critico, solo quello) che il nostro cinema gode di buona salute ma il merito non è spiccatamente di quelli che ci vengono venduti come capolavori, come nuovi o novelli Antonioni, Fellini. Per quanto qualcuno si distingua e ora mi vine da pensare ai travolgenti esordi e seguiti di Mereu e Diritti. Dicevo: il merito è della commedia. Di quella schiera di registi e soprattutto sceneggiatori come Brizzi, Genovese, Miniero, Bruno. Sono loro gli eroi di questa reinassance (qui sì c'è un filo comune, una scuola per quanto non un'università, una corrente vitale) e dispiace che ciò passi inosservato, pur preceduto dai dovuti distinguo, ai nostri corsivisti ed esperti e pluridecorati critici cinematografici.
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