Io, Terzani, la morte e ancora io
Ieri sono andato a vedere La fine è il mio inizio, il film tratto dal libro ultimo (postumo) di Tiziano Terzani. Un libro sulla morte, un testamento. Che è un libro che non ho letto. Per cui, diciamo che sono andato a vedere un film su un uomo che sa di morire e vuole lasciare una sua testimonianza. La lascia la figlio ché ne sia lui l'ambasciatore definitivo. So poco di tutto quello che riguarda Terzani. Diciamo che però il tema è di mio interesse. La morte suscita in me un naturale interesse. E' proprio una cosa che mi piace, che mi interessa. Diciamo che - il tempo dirà perché - è qualcosa che mi sta a cuore da ora. da un po' e con forza assertiva. Non so se so qualcosa che non so o che non ho coraggio di dire. Di certo da un po' penso alla mia vita come alla mia morte nella stessa identica urgenza. Ho tempo da vivere? Sì ma non so quanto. Nessuno lo sa. Vivo così come se fossi nel giorno ultimo o provo a vivere la definitività della fine che è poi l'inizio di ogni giornata. Solo il tempo dirà il senso di questa urgenza. Odio perdere tempo. Le persone che fanno perdere tempo. Anche se mi fa piacee perdere tempo con le pesone perché mai è tempo perso quello che si spende per gli altri. Ma è tempo. Tempo che va impiegato nella consapevolezza che c'è e che va. Per cui credo al bene del tempo che passa con le persone nella salvaguardia di questa rara bellezza che è essere insieme in questo ultimo giorno delle nostre vite. E ho scritto "nostre" pensando che il discorso riguarda non solo me. E questa è alla fine quello che penso della fine.
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