C'è questo mio amico che fa il giardiniere e sabato dice che mi accompagna a recuperare la moto all'aeroporto ma prima mi sottopone a un avanti e indietro di vivai e centri bricolage. Senza preventivarlo, senza deciderlo mi ritrovo a passare un'intera mattinata e pomeriggio con lui. Poi lui va e io vado a fare la spesa al supermercato che si rendeva necessaria. E al supermercato mi chiama un'amica che mi vuole passare a trovare lei dice per poco (e io volevo fare una battuta che non ho fatto ovvero che l'ultima persona che ha detto una frase del genere se ne è andata dopo sei anni. La battuta non l'ho fatta). Così torno a casa che devo tagliare il prato e lo taglio, raccolgo l'erba e la butto, rifinisco i bordi della siepe. Lei passa e porta due cannoli alla ricotta, io preparo un pastis, poi apro una bottiglia di vino, poi prendo i formaggi e le olive, poi delle schiacciatine. Si fa buio e poi lei va e anche qui il poco sono diventate ore. Come se il sabato avesse un suo destino senza ore e senza scopo. Provo a spiegarmi questa mancanza di argini. Dipende da me? E' qualcosa che gli altri vedono o sentono? Sono io che creo le condizioni per cui le persone non vadano via? Perché succede solo questo sabato? E non più spesso? Perché succede a due persone e due così diverse? Tutte domande che lascio sul tavolo del giardino e che troverò risposte, penso, il giorno dopo.
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