Ho visto Il rosso e il blu
Ho visto Il rosso e il blu. E mi è piaciuto. Molto, direi. Giuseppe Piccioni è bravo (il film precedente era un po' lacunoso nell'organizzazione narrativa pur se ricco di immagini di novità e tributi truffauttiani) e la corda della commedia gli giova più di quello che si possa pensare. Lo alleggerisce e lo premia nella varietà di corde che allentano la morsa della malinconia. Il film è ben scritto e gioca con leggerezza tra i cliché (l'unico che mi suscita un po' di stridore è quello della prostituta orientale di un puccinismo un po' impanato e fritto). Ma, a mia memoria, e a memoria del genere, si inscrive in una bella tradizione dei film sulla scuola con onore (traendo ispirazione dalla narrativa sulla scuola di Marco Lodoli). Gli attori - bravi - sono ben diretti. In particolare eccelle Lucia Mascino nella sua piccola ma preziosa parte di cesura tra vecchio e nuovo, inizio e fine, vita e morte (la più bella trovata di scrittura scenica). Mentre troneggiano il solito enorme Herlitzka, la Buy mai così a fuoco e nelle righe e fa la sua bella figura anche Scamarcio. Mi spendo su questo film nel timore che possa passare inosservato nelle tante uscite e nella percezione di una cinematografia italica valida (negli ultimi anni il giudizio è ragionevole) solo nella commedia più commedia. Qui i piani si confondono e questo rende il film riuscito. Riuscito spaccato sociale, riuscita visione dell'insegnamento, riuscito racconto del dolore e del bello che la scuola attraversa a volte con inconsapevole centralità generazionale.
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