Mi inteneriscono le scarpe di vernice dei giapponesi o dei coreani. Quella costruita forma di eleganza. Inappuntabile. Luccicante. Mi piacciono meno nella versione un po' da ginnastica di queste calzature ciclistiche che vanno per la maggiore. Nella scarpa classica di vernice vedo, invece, il voglio e posso senza ostentazione conclamata dell'essere eleganti - o notati per l'eleganza - a dispetto delle mode. E dell'umiltà autoimposta. O del trasandato come unica forma del patinato da rivista di moda.
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