La signora anziana ripete per due volte la stessa cosa. "Sono arrivata troppo presto?" domanda. "Sono arrivata troppo presto?" domanda. Poi un'altra domanda. Chiede sempre rispetto alla sua inadeguatezza. Sottolinea una sua mancanza. Ma con la certezza che il suo anticipo stia a dire della sua precisione, della sua irreprensibilità. A volte dice frasi ancora più inequivocabili della sua ricerca di assenso, conferma. "Sono io che sono arrivata troppo presto?" In questo modo sottolinea gli errori altrui. Anche alla porta della fine. Come il segreto di un successo che non vuole dire lei. Ma che vorrebbe fosse detto.
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