Hybris
Di Carvelli (del 18/01/2005 @ 09:36:19, in diario, linkato 1014 volte)
Mi è ritornata in mente questa parola greca. Reminiscenze di liceo. La tracotanza invisa agli dei. La memoria involontaria è stata sollecitata dall'incidente alla Paris-Dakar. da quella morte quasi letteraria o letterale: rompersi l'osso del collo. E mi ha ricordato anche una figura di un fiorentino che conobbi ani fa. Una persona virtuosa e dedita agli altri che aveva la passione della neve e del no-limits. Anche lui sparì nella neve, in uno strapiombo in un ghiacciaio. Rileggo Hybris, l'eccesso, nel nuovo libro di Umberto Galimberti, Le cose dell'amore, messa in realzione con la perversione. Amore e perversione. Freud che dice che mai come altrove nella perversione si esplicita l'onnipotenza dell'amore... Ecco perché non può essere felice l'amore vero, l'amore al massimo dell'eccesso? L'amore onnipotente è inviso agli dei, al destino? L'amore no-limits è destinato alla morte, al collo rotto?
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