L'occasione fa l'uomo scaltro
È la versione light del più amaro proverbio. Una versione diffusa. L'altro giorno la mia moto ha inconsapevolmente danneggiato una macchina in sosta. La storia è questa. Quella se ne stava buona buona quando qualcuno l’ha sbatacchiata contro l’altra macchina. Lei inconsapevole. Io inconsapevole. La macchina danneggiata si è subito fatta sotto chiedendo in giro e scattando le foto al mio timido scooter che ignaro di essere un modello si è poi trovato ad essere il corpo del reato. E anche il reato. Ma attenzione c’è una differenza: IL REATO e IL CORPO DEL REATO sono due cose due. Ma per la giovane proprietaria della macchina la distinzione non era chiara. Saputo dell’accaduto e delle foto ho chiamato la mia assicurazione che - figurarsi! – si è subito premurata di dirmi – figurarsi2! – che loro assicurano i danni statici e pagano di default. Assicurazioni=società a delinquere è una semplice identità. Così saputo chi è la signora (è una collega di un ufficio confratello e laterale) l’ho cercata e lei “…ma figurati…sei pure un collega… mio marito mi aveva detto ‘ non farai una lira…hai fatto un danno da 200€’… figurati comunque adesso richiamo mio marito…” Fatico a spiegare la mio posizione di danneggiato più che di danneggiatore, mi appello al buon senso. E penso: beh avrà capito… la moto è la danneggiata oltre che la inconsapevole e involontaria danneggiatrice… è come dire che tra due macchine c’è un carrello di un supermercato e se tu glielo spingi contro all’altro e la danneggi il danneggiatore non è il carrello (e per lui il supermercato) ma la macchina che l’ha spinto e non ti rivali quindi sul supermercato. È l’identica e triste posizione di chi si trova la macchina strisciata da un bastardo manovratore poi scappato senza prendersi responsabilità. Speravo fosse chiaro. Speravo fosse ovvio.
Due giorni dopo mi chiama il marito. Prima frase: allora? Facciamo il CID (leggasi constatazione amichevole di colpa)… Dopo lunga e strenua trattativa ci accordiamo per un fiftyfifty che vuol dire 100€ per me (100 per lui). Mi domando cosa ho pagato con questi soldi: la metà del danno, una rivalsa, una scaltrezza, una pace familiare, un gesto di bonomia nei miei confronti, una lezione di vita, il vantaggio dell’essere colleghi. Non posso non pensare con preoccupazione anche adesso alla staticità della mia moto, al suo equilibrio e al rischio che su di noi pesi sempre l’algida spada della vendetta e dell’occasione.
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