Studiare i venti per non far cadere le cose
Di Carvelli (del 14/06/2005 @ 09:15:48, in diario, linkato 1105 volte)
Leggere le carte, i barometri, i termometri. Studiare i venti e agire di conseguenza. Senza far cadere le cose. Le intenzioni. Far piovere i dispiaceri dove se pure bagnano non fanno cataclismi. Bisogna imparare arti antiche ma come se fossero innovazioni. Scoperte. È necessario che nulla più cada per distrazione nostra, ma neppure mancanza di attenzione ai nembi, alle tempeste. Perché è triste stendere le lenzuola sotto i fulmini di sabbia o lasciare ad asciugare le foglie di the sotto le nuvole. Né ci si abbronza sotto uno squarcio di sole pallido tra i cirri, né c’è gioia ad addormentarsi sotto i raggi di agosto che tatuano sulla pelle brutte pitture di colore rosso. Sono mestieri dimenticati ma l’inutilità è un errore di valutazione, un salto nel tempo troppo tempestivo. Tempo/tempestivo. La radice della fretta è una frustrazione.
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