Ieri due ragazzette (25?) discinte e tatuate mi hanno attraversato la strada obbligandomi alla fermata con una sfacciata allegria e un "grazie" a seguire pieno di fili. Parliamo di donne e di nuovi stili di vita. Mi sembra che il margine tra il grottesco e il meraviglioso sia davvero insensibile per molti. Intendo: che alle volte, nell'eco dellka pubblicità ci si senta vorticosamente e irrinunciabilmente spinti verso il coraggio, l'aggressività, l'intraprendenza. Da cui: non è casuale né raro essere corteggiati e interrogati da una fanciulla o una donna con aria seduttiva e divertita dal proprio nuovo ruolo. Non è raro e non è spiacevole. No. Divertente, allegro, spiazzante male che vada. Quindi bello. Ma il ma è rappresentato da quella sottile linea che spesso rende grottesca e perciò ridicola la stessa libertà per cui ci emozionammo e divertimmo in premessa. Non sappiamo cos'è. E' un passo sbagliato? Una frase detta male? Con poca convinzione? Con troppa ironia? Non definiamo. Ma capiamo all'impronta che il giocattolo è finto, fasullo e presto tra le mani ci risulta noioso o gli cresciamo attorno velocemente al punto da volercene separare quasi subito. Non era il caso delle due venticinquenni.
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