La grazia radio-televisiva
Di Carvelli (del 05/10/2005 @ 11:24:53, in diario, linkato 1066 volte)
Ieri un servizio radiofonico di un giornaleradio di una tv privata pur di solito molto corretta così chiosava la notizia della morte di Franco Scoglio, per infarto, in diretta televisiva: "Il cuore che lui aveva sempre messo nel calcio lo ha abbandonato". Le immagini televisive hanno mostrato il momento del colpo, poi i successivi lo hanno criptato. Sui giornali si additava gli audaci trasmettitori. Giorni fa un "negro" ucciso e riverso colante di sangue era ripreso a corredo della notizia della sua morte e sembrava una rarità di solito corretta da lenzuoli bianchi. Perché qui no? E perché la morte suscita questi imbarazzi? Con il sesso e poco altro? Ci fa bene tutta questa censura? O ci fa male la sovraesposizione di altre infingardaggini? E' più grazioso il vedo e non vedo delle modelle, i culi dell'Isola, le gambe sugli sgabbelli radiotelevisivi, le veline che mimano l'ancheggio del piacere a due? Perché usiamo le parole della scienza per il corpo?
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