Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 30/09/2009 @ 16:20:03, in diario, linkato 1658 volte)
Ricevo l'ultimo numero di TRATTI, Foglio di letteratura e grafica da una provincia dell'impero, rivista faentina (80). Trovo dentro questo testo di Grazia Verasani, un pratico kit da abbandono che spero vi torni utile all'occorrenza. Anche se certe cose sarebbe meglio che non occorrano.
DEVI MORIRE (Grazia Verasani)
Cazzo, ma chi l'avrebbe detto Stare tanto tanto tempo insieme a qualcuno E poi un giorno, la persona che ami Ti racconta l'entusiamo, i suoi nuovi legami Sai com'è, è la vita È una storia finita già Poi c'è lei che mi aiuta È così bella sai Si tu devi morire morire morire morire perchè non sai soffrire nè amare nè volere bene Sì tu devi sparire dalla faccia del mondo Coi tuoi occhi di ghiaccio Col tuo cuore incosciente e selvaggio Non mi cercare mai Cristo, porca puttana troia resto qui a sentirmi dire che starò meglio da sola Che anche a letto non funzionavo bene non volevo mai giocare con le cose più oscene Certo che lei è una grande esperta Ti capisce, certo è lei la donna della tua vita Ma ma questi anni tu li butti nel cesso Cadi gù come una foglia al primo colpo di vento Sì tu devi morire morire morire morire Perchè non sai soffrire nè amare nè volere bene Sì tu devi sparire dalla faccia del mondo Coi tuoi denti da squalo Con in bocca il sapore più amaro Non mi cercare mai, non mi cercare mai Si tu devi morire morire morire morire perchè non sai soffrire nè amare nè volere bene Sì tu devi sparire dalla faccia del mondo Coi tuoi occhi di ghiaccio Col tuo cuore incosciente e selvaggio Non mi cercare mai, non mi cercare mai Non mi cercare mai, non mi cercare mai
Di Carvelli (del 30/09/2009 @ 08:51:48, in diario, linkato 1163 volte)
Come accade di frequente in Miyazaki le storie rallentano e poi allungano all'improvviso il passo. In questo scarto c'è spesso la sensazione di quando un motore pesca a vuoto. Gran rumore ma il gommone non si muove. Così anche in Tonari no Totoro (Il mio vicino Totoro). Eppure i disegni sono tra i più belli dei lavori di questo regista giapponese. Paesaggi meravigliosi, intyerni, un fiume. Come storia continuo a pensare che tra tutti la palma continua a meritarla La città incantata anche se qualche lungometraggio ancora mi manca.
Di Carvelli (del 29/09/2009 @ 14:29:36, in diario, linkato 1170 volte)
Di Carvelli (del 29/09/2009 @ 09:42:33, in diario, linkato 1057 volte)
C'è questo fatto del tempo. Un argomento estivo a guardarlo dal punto di vista della meteorologia. Questo fatto che c'è un tempo percepito e uno reale. C'è questo fatto del tempo - anche di quello...come dire?...vitale? esistenziale? - che è e non è in realzione a quello che siamo, avvertiamo. Quanto dobbiamo aspettare per essere veramente felici? Quanto possiamo aspettare? Il tempo che ci va. Ma noi? Ce l'abbiamo quello stesso tempo? Di aspettare?
Di Carvelli (del 28/09/2009 @ 16:47:27, in diario, linkato 1105 volte)
Di Carvelli (del 28/09/2009 @ 09:04:00, in diario, linkato 1253 volte)
Mi chiedi come sto. Sto bene con tutto che va male
sai quelle combinazioni di cose per cui tutto precipita
ma tu scopri che sai volare? Il punto è che non fai in tempo a essere contento della scoperta che già hai il panico che non sai per quanto ci riuscirai, se è casuale, se poi finisce questa abilità che non sapevi. Che stai lì che cerchi di capire dove potrai posarti
con la paura che lì attorno non ci sia nulla. O magari è che sono un uccello migratore e non lo sapevo. E ora vado. E passerà tanto cielo e tanta terra vista dall'alto e chissà. Un'altra terra.
Di Carvelli (del 28/09/2009 @ 08:53:32, in diario, linkato 1148 volte)
Di Carvelli (del 24/09/2009 @ 12:27:06, in diario, linkato 1068 volte)
Ciao –
sono parole mie vero “aver paura di aver coraggio”? Mi ero dimenticato di avertelo detto. E’ proprio così che ci si sente, a volte. Ora tocca a te. Spero che ti duri poco. A me – non so dire purtroppo – tocca quasi ogni giorno. Non sono una persona forte, coraggiosa. No. Sono solo una persona audace, sfrontata, arrogante. Ho solo l’involucro esterno del coraggio. Una sua parte davvero inessenziale, marginale. Mi metto in mezzo alla battaglia da solo e dopo sono costretto a combattere. Spesso anche a perdere (e senza avere le risorse per gestire la sconfitta, un fatto triste e isolato per un esercito così piccolo, di uno stato così pacifico). Bisognerebbe andare preparati alla guerra. Con le armi giuste, la divisa giusta. Ma agli audaci capita anche di non avere allenamento, strategia. Ai folli capita. E in parte…
Questione seconda ma non secondaria. Sai che c’è? In effetti il limite è sottile tra massima felicità e massima normalità e anche questo fa tremare i polsi.
Sono convinto che per noi c'è la sicurezza (non ho detto “possibilità”) di una felicità più grande (è in questo che sento, che vorrei sentire la normalità). Difficile da credere. Difficile da provare (alle volte, solo alle volte, addirittura difficile da intuire… e per fortuna che esiste il sesto senso!). Una felicità talmente ampia da comprendere anche la nostra (quella che pensiamo nostra e solo nostra) infelicità. Una felicità, come dire, assoluta. Dovremmo continuare a ricordarci di essere più a lungo possibile dentro questa felicità più grande dentro la quale c'è anche la felicità più piccola (quella che noi pensiamo possa essere la più grande o l'unica possibile)… che sguardo piccolo che a volte abbiamo... E così stiamo sempre a guardare la felicità piccola, la nostra enorme elefantiaca spropositata piccola felicità.
Ad ogni modo magari capiterà che parleremo ancora, a voce.
Un saluto.
Di Carvelli (del 24/09/2009 @ 09:11:28, in diario, linkato 1072 volte)
Di me hanno sempre saputo parlare meglio gli altri. Di me forse tu. Tu puoi sapere meglio. E lo so anche io. Ecco perché mi piace questo gioco che ti chiedo, che mi chiedi. Tutta una cosa nuova. Tutta una persona nuova. Eppure so che già capisci alcune cose che io non so dire. Le ascolto, ti chiedo. Poi faccio come sempre ho fatto, come farei. Per essere sicuro che l'eccezione confermerà le tue regole. Quelle che mi hai dato. Come gioco male. Che gioco sregolato sono. Pieno di truffe, adatto al baro. Mi scrive da un passato lontano, di un passato lontano in cui non passeggio più. Parla di strade che conosco bene. Strade impresse nella mia memoria di... pochi mesi fa. la metafora del tempo si chiude su uno strappo. Qualcosa dentro ha aperto un varco per altro. Io ho fatto poco. Tutto era già stato fatto molto tempo prima. E forse qualcuno mi ha aiutato. O qualcosa. Ora devo richiedere ancora di me. Avere un aggiornamento su questo torneo infinito con sempre nuove soluzioni, incastri, sfide. So che dirai cose che non so e che non penso di me. Inizierò a pensarle un momento dopo. E poi più. Un passo avanti e uno indietro. Tutti insieme.
Di Carvelli (del 23/09/2009 @ 17:22:12, in diario, linkato 1129 volte)
Una volta mi disse che a New York l’arte del farsi strada dipende da quanto si è bravi a esprimere il proprio malcontento in modo interessante. L’aria è satura di rabbia e lagnanze. La gente non ha pazienza di stare ad ascoltare uno che si lamenta dei propri problemi, a meno che non lo faccia in modo divertente.
Don De Lillo – Rumore bianco
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