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Dieses WC wird nach jedem gebrauch automatish desinfiziert
C'è scritto così davanti ai miei occhi ogni volta che entro nel cubicolo del bagno. Non riesco a non guardare questa scritta. Non quella francese, non quella inglese. Neppure quella italiana. Devo assolutamente guardare questa dicitura tedesca. La guardo con l'aria un po' sofferta di chi si sente osservato, giudicato, condannato se non... Forse a qualcosa servono le parole. Forse servono parole dure alle volte. la guardo e faccio quello che devo fare. In fretta. Senza fare storie.
Oggi mi sento fortunato. Con il fuso orario. In realtà mi sono sentito davvero fortunato domenica mattina. Ehi mi dico, gli dico, che abbiamo combinato stanotte. Ce l'ho con Google, il mio gatto. Ha mezzo stracciato il telo che copre la moto. Ma lui non c'è in giro. E' la sua vita. Ma il telo è la mia vita. Bisogna che glielo dico. Esco, entro: niente, sparito. Colazione e cose così. Eccolo che ricompare che mi bussa la vetro e poi sospeso sulla serranda che guarda con occhi spiritati e un miagolio festoso, gaudente, selvaggio ed estasiato. Boh. Caffè numero2. Riesco in giardino e... in un angolo il suo (di Google) piccolo regalo. Un topo di una trentina di centimetri con una coda di almeno il doppio. Il topo in sé non è brutto. ha fatto una morte serena come fu il passerotto, il pettirosso. La piccola eutanasia di Google non lascia segni turbinosi, violenti. Google è arrivato in questa casa come un animale da caccia più che da compagnia. Doveva saperlo. Già nei cromosomi: poche smancerie, poche richieste di affetto, poche fusa. Google è un gatto cacciatore. Un cercatopi. Un animale da guardia in questa Roma topica (ieri una milanese a Roma rivelava il suo stupore nell'aver visto mai come qui tanti topi). I topi sono tipici di Roma, ci diciamo, come i gatti. Oggi mi sento fortunato. Per Google.
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